Passaparola novembre 2014

PRANZO DELLA TENDA
RITROVARE SE STESSI NELL’ESPERIENZA DEL DONO
VEGLIA “RISCHIAMO IL CORAGGIO”
L’ANGOLO DI RIPASSO DEL REGOLAMENTO

PRANZO DELLA TENDA

Il 12 ottobre ci siamo ritrovati alla casa di Barcaglione per trascorrere una domenica insieme. Il consiglio è soddisfatto della giornata: il tempo è stato dalla nostra parte, clima estivo che ci ha permesso di mangiare fuori e di valorizzare la distesa di ulivi che affianca la casa. La mattinata è iniziata con un breve resoconto sulle attività dell’Associazione. Il gruppo scout  Falconara 2, nelle persone di Fra Lumi e Nicolò Rossi, hanno raccontato il progetto di inserimento lavorativo che stanno portando avanti a favore di Jawo, ospite di Castelferretti. Poi è stata la volta del nuovo operatore, Stefano Ancona, “l’ultimo arrivato in famiglia”. Dal mese di settembre Sara Sartini non è più operatrice della Tenda: ringraziamo Saretta per il grande servizio svolto in Tenda con passione e con il cuore e che proseguirà da volontaria e accogliamo Stefano in questa nuova avventura insieme.
Poi Diego ha raccontato i percorsi positivi di alcuni ospiti che, usciti dalla tenda, sono stati accolti alla Casa di Zaccheo. La giornata è proseguita con il pranzo all’aperto in cui ognuno ha condiviso il proprio pranzo domenicale  e, come promesso, abbiamo consegnato un riconoscimento a Luciano Miccio, in rappresentanza del gruppo di volontari nominati “I Silenti” nel libro del ventennale. Silenti perché  sono quei volontari, presenti dalla nascita della Tenda, che in silenzio e con grande umiltà svolgono il servizio quotidianamente, vivendolo come parte integrante della loro vita, per far sì che la casa sia sempre efficiente e pronta ad accogliere. Gli altri Silenti sono Ebe Poli, Gherardo Giacometti e Mario Pasquini.
L’ex presidente Fabio Della Lunga, pensando proprio a loro, ha realizzato una bellissimo quadro in legno che sta a rappresentare: “Le mani…l’anima dell’Uomo. Quando sono ricche di passione, sogni e speranze, liberano in volo energia positiva per tutti noi”.
Bellissima giornata con una settantina di persone, tra volontari e simpatizzanti: sia per chi è rimasto al pranzo, sia per chi, passando per un saluto, ha voluto ribadire la propria appartenenza alla famiglia della Tenda.

 

RITROVARE SE STESSI NELL’ESPERIENZA DEL DONO

Lunedì 20 Ottobre ho assistito ad un incontro con il professore di filosofia Roberto Mancini presso la facoltà di Economia intitolato “Ritrovare se stessi nell’esperienza del dono”. Sapevo di trovarmi di fronte ad una riflessione profonda riguardo ai valori in cui credo profondamente ma non pensavo andasse a coinvolgere così tanto anche la sfera del volontariato come attività concreta di dono verso il prossimo. Il professore ha presentato la conferenza con un approccio filosofico andando passo dopo passo ad evidenziare le lacune presenti nella nostra società riguardo al concetto di dono e analizzando il tema centrale da diversi punti di vista. Ci sono stati diversi tratti che mi hanno colpito particolarmente, uno sicuramente è quello in cui venivano presentati i tre pregiudizi che secondo il professore si presentano nella società attuale: utilitarismo, mentalità del sacrificio (dono non autentico) e mentalità narcisistica. Questi tre pregiudizi vanno a deviare il vero significato di dono che,  identificandosi con la vita, deve attuarsi in un atteggiamento di fiducia, cura e solidarietà. Colui che condivide questi atteggiamenti con il prossimo, aiutandolo nella cura della propria esistenza, fa accrescere la propria maturità e si trasforma “da individuo a persona”.
Una particolare frase che mi è rimasta impressa da questa conferenza: “L’egoismo è un ergastolo, un 41-bis per tutta la vita”. Sono rimasto particolarmente colpito dai concetti presentati dal professore, in quanto ho sentito in pieno coinvolta l’attività svolta dalla nostra associazione, che ogni giorno imprime forza all’esistenza umana e allo stesso tempo cresce al suo interno grazie a persone che si prendono cura del vero dono, la vita.
Giovanni Paolozzi

 

VEGLIA “RISCHIAMO IL CORAGGIO”

Il 17 ottobre abbiamo lanciato, attraverso la presentazione della veglia “Rischiamo il coraggio”, il ciclo di incontri organizzati dalla Tenda di Abramo. Il filo conduttore di tutti gli incontri sarà il coraggio di vivere il nostro tempo. Tempo di crisi, di cambiamento, in cui siamo chiamati in prima persona a metterci in discussione, come singoli e come comunità ,per far emergere con coraggio la nostra autentica natura e andare oltre la fatica del presente: prendere consapevolezza di quello che siamo per capire come agire di conseguenza.
La veglia “Rischiamo il coraggio” è la veglia della Fraternità di Romena (www.romena.it) presentata dal responsabile, don Luigi Verdi. La fraternità ha chiamato questo momento di riflessione “Veglia”, perché vuole favorire un risveglio, risvegliare la voglia di stare insieme, di essere parte, ritrovare il proprio centro nel silenzio e abbracciare gli altri nella loro diversità.
Don Luigi, con il suo simpatico accento toscano, ha iniziato dicendo: “Non siate degli eroi…il coraggio vero non nasce dalla paura. Il coraggio vero nasce dalla fame. ….Le persone che arrivano a Lampedusa non sono tutti ladri, vagabondi, non sono tutti venuti a rubarci lavoro. Sono essere umani …e se non la smettiamo di separare e non si va al nocciolo dell’essere umano si distrugge tutto.” E ancora:”il coraggio più vero è di togliere questo maledetto egocentrismo. Ognuno può vivere come vuole: pieno del proprio Ego o con il cuore aperto alla vita”.  Michael Ende, che ha scritto “La storia infinita”dice “soltanto chi esce da un labirinto può essere felice, ma solo chi è felice può uscirne”. Solo se trovi dentro la crisi un punto di gioia ne puoi uscire. Per uscire dalla crisi ci vuole coraggio, creatività, fantasia e gioco. Non sopporto gli eroi perché sono quelli che non hanno paura di nessuno. Bisogna avere invece molto rispetto della paura e non fare gli eroi. Difronte alla paura o si scappa o si aggredisce. Bisogna fermarsi, fare un passo indietro. La maggior paura dell’Amare è la paura di essere abbandonati.”
“Forte come la vita, dolce come l’amore, leggero come l’amicizia.”: sono le parole che hanno accompagnato la veglia attraverso le riflessioni di don Luigi che si sono alternate alla musica, ai canti, alla lettura di poesie, alla visione di immagini e filmati, scelti con cura e attenzione.
Forte come la vita: “la vita c’è nonostante i nostri peccati. Siamo noi vecchi, perché non ci rinnoviamo. Ognuno di noi ha delle ferite, ma il problema non è chi ha la ferita più grande , il problema è come portare le proprie ferite, con che dignità. Etty Hillesum ,scrittrice olandese di origine ebraica e vittima della Shoah, scrisse che non sono i fatti che contano nella vita ma sono quello che attraverso i fatti si diventa. “

E’ importante aiutare la gente a leggere la vita; San Francesco ai frati diceva: “quando fate l’orto non lo riempite tutto voi. Lasciate un pezzettino vuoto. Noi che vogliamo fare i prepotenti: se ci sono io funziona tutto, se no non funziona nulla. I genitori vogliono fare i genitori tutta la vita e fare più della vita. C’è un proverbio spagnolo che dice:” prendi tuo figlio e gettalo in mare. Se sa nuotare bene, se sta per affogare insegnagli a nuotare” E’ importante non invadere tutti noi con questa prepotenza umana. Bisogna abbinare il dubbio alla disciplina, perché il dubbio ti tiene in cammino”. A concludere queste riflessioni sulla vita è stata la canzone: “Abito la vita” che fa così:

Vivo qui nel mio presente
portato dentro il cuore.
Vivo senza scappare
per vie senza tane.
Le parole e le azioni
non si incontrano più,
nel correre dei giorni
nella fretta dei gesti.

Rit. Abito la vita , carezzo la realtà.
nutro questa vita, amo ciò che da.
amo ciò che da

La vita morde il pane,
voglia di arrivare
fino alla sostanza
fino alle radici.
All’amore non basta parole
ma silenzio e verità,
miele di molte estati
vedrai maturerà.

Abito la vita…

I miei muri crollino
e che il nuovo arrivi
innocente e nudo
risvegli la mia vita.
Speranze taciute
pensieri troppo chiusi,
il vento li profumi
soffiando di me

Abito la vita…

Mi tocchi la tua voce
prima delle parole,
e la tua tenerezza
a placare la mia sete.
Mi parli sussurrando
apri i miei misteri,
vedi ciò che vale
fai uscire la mia luce

Abito la vita…

(se volete potete ascoltarne una versione su youtube all’indirizzo http://youtu.be/88Or6NKuD4s )

Dolce come l’amore: l’amore è concreto. Ci si innamora dei gesti. Gesù quando dice: “Amate Dio con tutta la mente, con il tutto il corpo e con tutta l’anima” voleva dire di non amare Dio da sottomessi ma da innamorati , dando tutto di voi. Amare è una di quelle parole bellissime ma difficilissime. L’amore è fragile per due motivi: il primo, perché Amare è dare quello che non ho a qualcuno che non conosco; il secondo, perché è quello che rimane in mano quando tutte le forze distruttrici non ce l’hanno fatta”.
Leggero come l’amicizia: l’amicizia è il gesto più evidente di egoismo che abbiamo perché non se ne può fare a meno. Il peccato più serio è la solitudine, il peggiore di tutti i mali. I pochi, veri amici hanno alcune caratteristiche: mi lasciano libero, quando ne ho bisogno arrivano, mi dicono quando sbaglio e mi fanno sentire a casa. Sentirsi a casa non è facile , è un luogo in cui c’è qualcuno che mi ascolta, mi guarda, mi perdona e posso avere una sola faccia.

Il coraggio maggiore
È quello della fantasia,
del non arrendersi
nasce dalla fame,
non dalla paura.
Luigi Verdi

Tante parole, immagini forti e belle testimonianze….tanta vita in questa veglia.
Che possa accompagnare il “viaggio” di ognuno di noi alla ricerca autentica di sé e al risveglio della propria anima.
Vi aspettiamo ai prossimi appuntamenti di questo percorso. Ci sarà:
un incontro sul coraggio di essere giovani con Don Angelo Cupini della comunità di via Gaggio
uno sui cambiamenti della comunità sociale che l’attuale crisi ha generato con il filosofo Roberto Mancini
un altro sarà una riflessione sul cammino personale di ognuno di noi con Wolfgang Fasser della fraternità di Romena
e infine un concerto musicale con artisti locali.

Seguiteci su: www.tendadiabramo.ti – www.facebook.com/tendabramo

 

L’ANGOLO DI RIPASSO DEL REGOLAMENTO

Ricordiamo a  tutti i volontari che il materiale che si trova nell’armadio grande in accoglienza va distribuito con parsimonia: il completo di intimo e gli asciugamani vanno dati una sola volta nei 10 giorni di permanenza. Ultimamente ci siamo accorti che il materiale termina troppo presto.

Potrebbero interessarti anche...