Passaparola Novembre 2018

Incontro Formativo: “Senza Dimora: Dall’emergenza Al Piano Di Intervento”

Venerdì 9 novembre alle ore 21:15 presso il Centro Pergoli di Falconara Marittima (Piazza Mazzini) la Tenda di Abramo ha organizzato un incontro formativo dal titolo “Senza Dimora: dall’emergenza al piano di intervento”

Sarà un incontro aperto a tutta la cittadinanza sulla tematica delle persone senza dimora, per approfondire l’argomento, comprendere meglio gli ospiti che ogni giorno abitano la Casa di Accoglienza e capire più adeguatamente come aiutarli.

Interverrà Maurizio Bergamaschi, Professore Associato presso la Scuola di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bologna, insegnante dei corsi “Sociologia dei servizi sociali di territorio” e “Sociologia delle migrazioni”. Il Professore svolge attività di ricerca in particolare sui processi di impoverimento in ambiente urbano e sulle politiche di contrasto alla povertà.

Dal 2005 Direttore scientifico del Corso di formazione “operare con le persone senza dimora”, organizzato dalla Fondazione San Marcellino di Genova in collaborazione con il Corso di laurea in Servizio sociale dell’Università degli sudi di Bologna. Attualmente Coordinatore del corso di laurea in servizio sociale e Direttore scientifico del corso di alta formazione “Immigrazione, servizio sociale e territorio”. Dal 2015 è direttore della rivista “Sociologia urbana e rurale”. Membro del Collegio del Dottorato in Sociologia e ricerca sociale dell’Alma Mater Studiorum di Bologna. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, traduzioni e rapporti di ricerca.

Crediamo che sia un’ importante occasione per tutti noi. L’incontro è aperto a tutta la cittadinanza, quindi segnate la data sul calendario e spargete voce! bellezza del presente che c’è davanti a te».

Segnalazioni in Tenda

Cari volontari, sottolineiamo che, qualora emerga l’esigenza di divulgare segnalazioni di qualsiasi tipo riguardanti la casa, è importante riportare la comunicazione nel quaderno giornaliero – spazio osservazioni – nonché all’indirizzo di posta elettronica della Tenda info@tendadiabramo.it e di eventuali consiglieri di cui siete a conoscenza.

Dal 10 ottobre questa accortezza è divenuta FONDAMENTALE dal momento che il nostro amico Ludovico ha terminato il periodo di Servizio Civile e quindi mancherà la sua preziosa costante presenza.

In Cerca di nuovi volontari

Come ogni anno, tra settembre e dicembre ci sono dei volontari che per motivi personali (soprattutto perché devono spostarsi da Falconara) interrompono il servizio.

Pertanto siamo alla ricerca di nuovi volontari in tutti i servizi, a partire dal turno della notte, riservato agli

uomini: al momento abbiamo diversi turni con un volontario solo. Come sapete basta poco: dalle tre ore ad una notte al mese. È solo attraverso la somma delle ore di servizio di ciascuno di noi che la Tenda va avanti, e questa “magica staffetta” dura da più di 26 anni!!! Ricordiamo che i servizi si dividono in:

  1. Accoglienza, dalle 18:00 alle 21:00

  2. Cucina, dalle 18:00 alle 21:00

  3. Notte, dalle 21:00 alle 07:00

  4. Pulizie, in qualsiasi orario, di mattina o di pomeriggio

Scriveteci a info@tendadiabramo.it oppure su Facebook, vi aspettiamo!

E il Servizio Civile?

Il 10 ottobre Ludovico ha completato il suo anno di Servizio Civile in Tenda. È stato un gran supporto per tutti in questo lungo periodo.

Lo ringraziamo per aver raccolto la sfida, per la sua decisione di prendersi del tempo per sé facendo Servizio agli altri.

Per la fine del suo Servizio abbiamo deciso di regalargli una “cassetta degli attrezzi”, sia perché, concretamente, rappresenta a pieno una delle sue potenzialità che, anche grazie alla Tenda, ha potuto scoprire e coltivare, sia perché, simbolicamente, gli attrezzi, le competenze, le qualità acquisite in questo periodo gli saranno sicuramente d’aiuto per il suo nuovo percorso di vita.

Gli auguriamo un grandissimo “in bocca al lupo” per la sua nuova avventura!

Dovremo aspettare ancora qualche mese prima di poter ospitare un/una nuovo/a ragazzo/a in Servizio Civile!

Persone

L’esperienza della Tenda nasce 28 anni fa con l’idea, la speranza, la passione, la fede, di fare qualcosa per le persone che incontravamo per strada e ci chiedevano soldi, quelle che dormivano sotto le barche in spiaggia. Coloro che allora a Falconara erano invisibili, emarginati, evitati, non ascoltati. L’utopia che ci guidava era quella di creare una struttura che potesse accoglierli e sapesse aprire i nostri cuori, di noi volontari, affinché prima o poi riuscissimo ad aprire anche le nostre case. L’utopia era quella di creare una cultura dell’accoglienza che sapesse, con il tempo, eliminare i problemi che vivevano queste persone cambiando con il nostro “piccolo” impegno la società stessa.

In questi quasi 30 anni le cose sono cambiate in maniera radicale. A Falconara allora c’era un solo immigrato, integrato perfettamente. Non esisteva la questione dell’immigrazione e i senza fissa dimora erano pochi nella nostra realtà.

Oggi abbiamo di fronte una moltitudine di povera gente che abita le nostre strade e la nostra spiaggia, che ci chiede denaro, che talvolta delinque, ma che ancora, come allora se non di più, è ai margini. La cultura dell’accoglienza che allora volevamo creare e che incontrava a Falconara piccole resistenze, oggi si scontra con una mentalità che ha fatto dell’esclusione un punto di forza per difendere idee e sostenere il proprio diritto di sicurezza. Falconara è cambiata, l’Italia è cambiata, il mondo è cambiato.

Forze politiche hanno sdoganato le pulsioni razziste che sempre hanno un po’ abitato l’essere umano, ma che venivano allora rigettate come inique, come questioni di cui vergognarsi. Oggi ci si vanta di difendere per primi i propri simili, a discapito dei “diversi”, dimenticando che l’umanità intera è un insieme di simili.

Quando l’esperienza della Tenda parte, trova terreno fertile nelle parrocchie di Falconara, le persone si entusiasmano, il gruppo promotore trova subito il consenso di centinaia di persone che permettono immediatamente l’avvio di questo progetto, di questo sogno che sapeva già allora di volare alto.

Oggi il tarlo del razzismo si è inoculato nella società italiana, si è inoculato in tutti noi e anche coloro che si impegnano in questo progetto talvolta devono mettere a tacere con forza questo tarlo che prova ogni volta ad affiorare.

Verrebbe da dire che il progetto della Tenda sia fallito, che in questi anni non abbia comportato nessun cambiamento culturale. Io non lo credo. Sono profondamente convinto, al contrario, che questa avventura sia stata un deterrente, un richiamo continuo ai valori dell’accoglienza, un’esperienza che a macchia d’olio, attraverso i volontari e nel confronto con le istituzioni , ha saputo parlare di altro rispetto alle indicazioni forti, pressanti e continue che vengono dalla cultura dominante rispetto ai temi del razzismo, della paura, della chiusura, dell’accoglienza. Questa è la nostra situazione attuale, tutti siamo immersi in tale contesto.

Ecco, io credo che per tutti questi motivi, ancora di più oggi ci sia chiesto di continuare questa esperienza e di impegnarci ancora di più a trasformare la nostra vita nella direzione dell’accoglienza.

Il nostro è un volontariato di “frontiera”, sappiamo bene che non è semplice, che incontriamo spesso tutte le contraddizioni dell’essere umano che vogliamo aiutare ed amare, ricevendo spesso in cambio critiche, pretese, ingratitudine. Sappiamo per esperienza che chi entra in tenda per fare volontariato, parte innamorato per l’altro che incontra, poi finisce che non riesce più a sopportarlo e solo in seguito, se resiste, riesce ad accogliere la sua umanità, scremandola dalle colpe, dai difetti, dalle differenze, acquisendo un agire del non giudizio, indispensabile per incontri sinceri e reciprocamente edificanti.

Questo, credo, è il percorso di crescita al quale tutti noi siamo chiamati, ognuno con i propri tempi e ritmi, ognuno con il proprio retroterra di idee, valori ed esperienze personali. E’ per questo che anche tra noi volontari serve tanta “accoglienza”, tanto rispetto e tanta disponibilità al dialogo e al confronto.

Riecheggia ancora e nuovamente in me l’eco delle motivazioni iniziali che hanno dato la spinta propulsiva a questa esperienza e a questa comunità variegata di persone che aveva deciso in maniera profetica di incontrare le fragilità umane per condividere assieme un pezzo di cammino.

Da tempo, forse da sempre, ho cercato con le persone un incontro profondo che sapesse anche uscire dalle mura della struttura e che sapesse anche superare, talvolta, il doveroso e indispensabile distacco che deve esistere tra volontario ed ospite. Ma in maniera più incisiva e più continua solo da poco tempo sto sperimentando questa vicinanza così profonda che sa trasformarsi talvolta in amicizia, là dove lentamente le barriere culturali, religiose, relazionali, cadono una ad una per lasciare spazio alla bellezza della fratellanza umana.

Non so dove porta questo percorso, ma so che mi ha aperto un mondo nuovo, tutto da esplorare, dove ogni persona racchiude un universo meraviglioso che può essere conosciuto e indagato.

Ed è così, per esempio, che entrando in punta di piedi in una comunità di somali, ho conosciuto un pezzo d’Africa pur rimanendo a Falconara. O che, pregando con un ragazzo marocchino, ho iniziato ad entrare in quel mondo mussulmano che oggi a tanti fa molta paura, pur restando nei locali della parrocchia.

Provo un piacere enorme nell’incontrare persone “diverse” da me e, pur osservando le difficoltà per una integrazione profonda, provo una soddisfazione indescrivibile nel vedere sgretolarsi lentamente tanti degli ostacoli che ci dividono.

Credo in questa maniera di contribuire nel mio piccolo a creare un mondo di uguali, nel quale ognuno può vivere in pace “confondendosi” con gli altri, pur rimanendo ancorato alle proprie tradizioni.

Inoltre in questa nuova dimensione esiste la possibilità reale di poter sostenere in maniera più efficace la persona. Perché l’intervento non si conclude nel perimetro della struttura ed anche perché in una relazione più profonda emergono più aspetti, talvolta nascosti, che ci permettono di identificare in maniera adeguata il bisogno.

E poi ancora, per questo, a mio modo di vedere, c’è bisogno di maggior elasticità della struttura. Più volte io stesso ho chiesto “forzature” per venire incontro alle persone.

Ritengo di fondamentale importanza l’esistenza di un regolamento che in maniera precisa definisca i confini degli interventi. Senza di questo sarebbe impossibile mantenere una buona organizzazione.Eppure talvolta questo regolamento, come credo tutti i regolamenti, diventa “capestro”, limite di sé stesso, montagna insormontabile là dove non sa cedere a sé stesso, di fronte a situazioni particolari dove è chiesto un “di più” per stare vicino alle persone e definire un percorso di “rinascita”.

L’altro giorno in Questura, di fronte alla mia esortazione affinché inserissero in un percorso di accoglienza per rifugiati politici la persona che avevo accompagnato, perché già da una settimana dormiva all’aperto, mi sono sentito rispondere dall’impiegato: ”Se fai così per lui, domani te ne trovi altri 100!”.

Sono rimasto colpito da questa affermazione perché improvvisamente “lui” era diventato il numero 101, un numero, non una persona! Invece per me “lui” era Hadi, un ragazzo afgano di 21 anni, spinto via dalla sua terra a 15 anni dalla madre che sperava per lui un futuro migliore che non fosse di guerra e distruzione.

“Lui” erano 7 giorni che dormiva all’aperto nonostante la pioggia incessante. Avevo lì il suo sguardo e il suo sorriso e non importava in quel momento se il giorno dopo non avrei potuto far niente per gli altri 100. Per Hadi che era lì con me in carne ed ossa, volevo dare il massimo.

In Tenda siamo chiamati a dire tanti “no”. Alcuni sono “educativi” perché le persone devono imparare a muoversi per conto proprio. Altri sono “istituzionali” perché la struttura purtroppo non riesce a rispondere a tutte le esigenze. Poi diciamo anche dei “sì” quando pensiamo che le persone possano intraprendere un percorso che riesca a cambiare la loro vita.

Dopo tanti anni, nonostante continuiamo ad essere una goccia nell’oceano, ritengo ancora che il nostro ruolo sia fondamentale.

E dopo tanti anni ricordo che ci eravamo detti di incontrare le “persone”, prima dei “bisogni”.

Ecco, in questa nuova stagione della mia vita, la dimensione della “persona” acquista ancora di più un valore fondamentale.

Mi sembrava bello comunicarlo per condividere un momento di riflessione.

Buone cose a tutti.

Paolo Cardinali

Simone e la Caritas Diocesana

Lunedì sera ci siamo incontrati in Tenda con Simone Breccia, il nuovo Direttore della Caritas Diocesana Ancona-Osimo.
È stato un incontro fraterno e di confronto su temi e progetti attuali e futuri!
A presto!

Nonni e Nipoti per la Tenda

Venerdì 19 ottobre la nostra Associazione è stata invitata al ristorante Oasi di Castelferretti per la serata di chiusura dell’evento ‘Nonni & Nipoti”, la manifestazione svoltasi a Falconara il 13 luglio scorso.

L’evento è stato organizzato per devolvere il ricavato a varie associazioni del territorio, fra le quali è stata individuata la Tenda di Abramo (che ha ricevuto 400 euro). Alla serata, coordinata da Tarcisio Pacetti, erano presenti i rappresentanti di tutte le Associazioni beneficiarie e cioè, oltre alla Tenda, Croce Gialla; Comitato Genitori Bambini Cardiopatici Torrette; Il Sorriso di Daniela’, Noi come Prima; Atletica Falconara; Unitalsi; Gasph; Circo Marinaro; Aido; Artis e Gruppo comunale di protezione civile.

A nome dei volontari il Consiglio si sente di ringraziare il comitato organizzatore per aver pensato anche alla nostra Associazione che, come “Nonni e Nipoti”, è un esempio “fruttuoso” di collaborazione e dialogo fra generazioni e componenti diverse del territorio.

Pranzo associativo

Domenica 30 Settembre, in una bellissima giornata di sole, la casa parrocchiale di Barcaglione ha ospitato i volontari della Tenda di Abramo. Per confrontarsi, mangiare assieme e “fare memoria” di persone significative, che hanno lasciato una luminosa traccia da seguire, dando tantissimo sia all’Associazione che al territorio.

Il confronto, svoltosi in tre diversi sotto gruppi, aveva l’obiettivo di cercare nuovi spunti di miglioramento organizzativo e focalizzarci sulle priorità da dare per la gestione della casa di prima accoglienza. Le tematiche discusse sono state sia di ordine pratico e quotidiano (come far pervenire tempestivamente le segnalazioni dal quaderno osservazioni al gruppo operativo; il caffè e l’olio che mancano ecc) sia sulle possibili idee per le nuove magliette, sia sul delicatissimo aspetto delle “prenotazioni”. Come sappiamo, ad oggi, gli ospiti a volte aspettano per ore davanti al portone verde di Via Flaminia, 589. In molti, passando davanti alla casa, avranno visto le persone in attesa che stazionano per non perdere la fila e poter essere accolti per i dieci giorni previsti … Per questo ci si sta impegnando sul cosiddetto tema delle “prenotazioni” per cercare di far partire, prima possibile, una sperimentazione condivisa che riesca a conciliare le esigenze delle persone che aspettano fuori dalla porta con una modalità operativa quanto più chiara possibile per supportare i volontari dell’accoglienza sempre nuovi giorno per giorno . E speriamo che quanto prima si riesca a passare alla parte operativa…

Dopodiché ben oltre 100 persone si sono posizionate per la foto simbolo della giornata. Dopo la foto, sotto gli occhi attenti e le cure di Manuela, Cristina, Sara, Stefano, Giuseppe, Ludovico, Nata, Chiara ecc… ci si è finalmente seduti a tavola per mangiare assieme (con la scelta di utilizzare posate e piatti compostabili che quindi poi sono state gettate assieme all’umido – ndr).

Prima dei dolci e del caffè abbiamo anche ringraziato Ludovico per il suo anno di servizio civile, svolto con notevole impegno e grande simpatia. Ci mancherà la sua quotidianità pur continuando a beneficiare della sua presenza come volontario!

Due opere pensate e realizzate da Fabio “sognidelegno” sono state consegnate, in memoria del nostro Don Leo e dell’instancabile Mario Pasquini rispettivamente a Don Valter e alla famiglia di Mario. Colonne portanti della nostra storia… Se la Tenda è presente è grazie a persone come Don Leo e Mario che hanno dedicato, assieme ad altri, cuore, tempo, competenze e denaro alla nascita e consolidamento delle fondamenta della casa che, ancora oggi, quotidianamente apre la porta agli ospiti che suonano. … “la maestosa quercia di oggi è solo la ghianda di ieri che ha tenuto duro …”

Sintesi dei risultati operativi :

– Gruppo Merchandising: le persone coinvolte ed interessate sono in fase di ideazione e arriveranno con delle proposte per delle nuove magliette, borse ecc da indossare e contemporaneamente “comunicare”!

– Gruppo Prenotazioni: in occasione della riunione del consiglio del 23 ottobre ci si è confrontati su quanto uscito in occasione del pranzo e frutto del lavoro in gruppo. Verrà scritta entro breve una bozza di indicazioni per le prenotazioni (al momento sembra chiaro che sarà possibile prenotare solo per il giorno dopo …) che sarà sottoposta ai volontari dell’accoglienza per ulteriori eventuali modifiche e limature. Infine si dovrebbe partire con la sperimentazione (per una durata che decideremo assieme) che diverrà eventualmente definitiva se la verifica sarà positiva.

– Gruppo aspetti organizzativi vari (per semplicità elenchiamo gli aspetti sui quali si è partiti):

– Gruppo di ascolto e prolungamenti: definito un regolamento che prevede nuove possibilità e sottolinea contemporaneamente la grande importanza di “ascoltare”;

– Pulizia casa: si acquisteranno nuovi contenitori per conservare il cibo in frigo in vetro (si ricorda ai volontari cucina di inserire sempre data di inizio conservazione); si dividono spugne e mocho per pulire a terra riservandone alcuni per il bagno altri per la cucina ecc;

– Pronto Soccorso: un referente controlla la cassetta del pronto soccorso;

– Rafforzamento nuovo gruppo casa “bis”: si cerca di rafforzare (in assenza per questi mesi del servizio civile) il gruppo di persone che cura la manutenzione ordinaria. Al momento verrà eliminata la lavatrice, verificato aspirapolvere (prossimi obiettivi: cappa della cucina, nuova sveglia, eliminazione dell’apri scatole appeso al muro in cucina);

– Comunicazione e formazione: ogni referente dei turni giornalieri dovrebbe avere una chat whatsapp per comunicare esigenze varie sui turni / si cercherà di organizzare formazione sull’accoglienza (documenti) / riorganizzazione della modulisitca Privacy.

Chi volesse contribuire in qualsiasi gruppo è fortemente benvenuto!!!!!!!!!!!!!!!!

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