Passaparola giugno 2015

…MA MISI ME PER L’ALTO MARE APERTO…
5 per mille alla Tenda
Ma perché queste persone non hanno una casa?
Gruppo Umana Solidarietà onlus – Accoglienza Emergenza Mare Nostrum a Falconara
Conferenza Di Don Luigi Ciotti del 22 maggio 2015

…MA MISI ME PER L’ALTO MARE APERTO…

Ultimo appuntamento con il ciclo di incontri “Vivere il presente con coraggio” organizzati da la Tenda di Abramo
Suoni e Parole per tutti coloro che hanno avuto e avranno il coraggio di mettersi per mare…
Si tratta dell’ultimo appuntamento della rassegna “Vivere il presente con coraggio” che ci ha accompagnato in questi ultimi mesi.
Ci ritroveremo tutti insieme in riva al mare Venerdì 12 giugno alla base nautica di Villanova, in Via Monti e Tognetti.
Vi aspettiamo numerosi alle 19:30 per un aperitivo di autofinanziamento (ad offerta) per poi ascoltare dal vivo alcune canzoni sul tema del “Coraggio” scelte ed interpretate da una band così composta:
Alessandro Della Lunga alle Percussioni
Gabriele Giammarini alla Voce recitante
Francesco Paladino alla Chitarra e alla Voce
Paolo Principi alla Fisarmonica
Daniele Taucci al Basso
Sarà un’occasione importante per ritrovarci tutti insieme, per riflettere sul dove questo cammino ci ha portati e quali riflessioni ha scaturito in noi.

5 per mille alla Tenda

Se sei interessato a destinare il tuo 5×1000 dell’IRPEF al sostegno del servizio alle Persone Senza Dimora offerto dalla nostra associazione, ci sono tre modi diversi di farlo. Puoi:
– compilare un’apposita scheda se non denunci alcun reddito;
– oppure se fai il modello 730, compilare anche il modulo 730bis;
– oppure, quando consegnerai il modello UNICO, devi scriverlo nel frontespizio vicino alle informazioni sulla destinazione dell’8 per mille.
Prendi i documenti che ti servono e annota questi dati; occorre
1.firmare in corrispondenza della dicitura “Sostegno delle organizzazioni non lucrative”
2.scrivere il codice fiscale della Tenda: 93023980423
Chiediamo a tutti di diffondere quanto più possibile l’iniziativa, e di fornire a quelli che conosciamo (parenti, amici, conoscenti, colleghi di lavoro) il nostro codice fiscale. Se il cittadino non esprime alcuna preferenza, il 5 per mille resterà allo Stato.
Nella sezione documenti/sensibilizzazione del nostro sito www.tendadiabramo.it trovi un volantino che puoi fotocopiare e distribuire a chi vuoi.

Ma perché queste persone non hanno una casa?

Ma perché queste persone non hanno una casa?
Questa è una delle tante domande venute fuori dai gruppi di bambini e ragazzi delle parrocchie di S. Antonio e del Rosario che sono venuti in questi mesi a visitare la Tenda.
Si sono dimostrati attenti e soprattutto curiosi di conoscere come funziona la Tenda di Abramo e di com’è possibile aiutare queste persone.
Abbiamo cercato, durante gli incontri, di far capire quant’è difficile vivere senza una casa, senza soldi, ma soprattutto senza affetti e che il servizio che fa la Tenda è quello di vivere ciò che è semplice ed essenziale nella vita: l’incontro tra le persone. I bambini ci hanno sorpreso perché a fine chiacchierata hanno fatto delle riflessioni che ci hanno dimostrato quanto il messaggio della Tenda sia arrivato nonostante la breve durata degli incontri.
Crediamo che sia importante avvicinare i bambini alla Tenda di Abramo e, più in generale, alla realtà delle persone senza dimora, in modo da far crescere in loro quei sentimenti di accoglienza, generosità, tolleranza, solidarietà e amore di cui purtroppo oggi è difficile fare esperienza. I bambini di oggi sono gli adulti di domani, avranno la responsabilità di realizzare nuovi sogni per aprire la strada ad un nuovo significato di Comunità Locale, basata sulla cura e sullo sviluppo dei beni comuni.
Con la consapevolezza che: “Noi stiamo bene se gli altri stanno bene” come racconta la canzone  “Dell’appartenenza” di Giorgio Gaber:

L’appartenenza

non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé.

L’appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un’apparente aggregazione
l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
Uomini
uomini del mio passato
che avete la misura del dovere
e il senso collettivo dell’amore
io non pretendo di sembrarvi amico
mi piace immaginare
la forza di un culto così antico
e questa strada non sarebbe disperata
se in ogni uomo ci fosse un po’ della mia vita
ma piano piano il mio destino
é andare sempre più verso me stesso
e non trovar nessuno.
L’appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l’appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L’appartenenza
è assai di più della salvezza personale
è la speranza di ogni uomo che sta male
e non gli basta esser civile.
E’ quel vigore che si sente se fai parte di qualcosa
che in sé travolge ogni egoismo personale
con quell’aria più vitale che è davvero contagiosa.
Uomini
uomini del mio presente
non mi consola l’abitudine
a questa mia forzata solitudine
io non pretendo il mondo intero
vorrei soltanto un luogo un posto più sincero
dove magari un giorno molto presto
io finalmente possa dire questo è il mio posto
dove rinasca non so come e quando
il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo.
L’appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un’apparente aggregazione
l’appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L’appartenenza
è un’esigenza che si avverte a poco a poco
si fa più forte alla presenza di un nemico, di un obiettivo o di uno scopo
è quella forza che prepara al grande salto decisivo
che ferma i fiumi, sposta i monti con lo slancio di quei magici momenti
in cui ti senti ancora vivo.
Sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire noi.

Quindi… siamo disponibili e ben contenti di accogliere ancora altri gruppi di bambini e ragazzi e di far conoscere, toccare con mano questa
fantastica realtà che è nata da un sogno della nostra Comunità Locale e che sta in piedi da 25 anni!

Stefano ed Erika

Gruppo Umana Solidarietà onlus – Accoglienza Emergenza Mare Nostrum a Falconara

Cari colleghi volontari,
dall’estate scorsa collaboro con il GUS nella gestione dell’accoglienza delle persone salvate in mare con l’operazione Mare Nostrum. Secondo gli accordi con la Prefettura di Ancona, che gestisce l’aspetto locale dell’operazione, questa accoglienza sarebbe stata di pochi mesi per le persone beneficiarie, che dopo aver formalizzato la loro richiesta di asilo politico sarebbero state trasferite alle varie sedi dello SPRAR, il Servizio Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati. Nel corso dei mesi questo trasferimento non è più avvenuto a causa dell’esaurimento dei posti SPRAR. Il GUS ha considerato quindi di dover compiere il massimo sforzo possibile, pur con il limite delle risorse previste per la cosiddetta ‘Emergenza’, per offrire una sistemazione dignitosa a queste persone, qualificare il percorso che compiono nella nostra accoglienza e per attuare pratiche di integrazione.
A Falconara abbiamo collocato 34 ‘ragazzi’, come tendiamo a dire noi, di origine africana (gambiani, senegalesi, maliani e nigeriani), che vivono in autonomia in appartamenti dislocati in diverse zone della città. Per noi l’esperienza di relazione con loro è molto bella e significativa. La realtà di queste persone è assolutamente distante da quella che viene dipinta nei media o dalla polemica politica, tanto che speriamo di poter promuovere la conoscenza reciproca con i cittadini di Falconara.
Al momento seguono, quasi quotidianamente, lezioni di italiano e stiamo lavorando per organizzare un percorso di formazione professionale per ognuno di loro.
La nostra presenza è stata segnalata dalla Prefettura al Comune affinché consideri una disponibilità per attività socialmente utili sul territorio. Ci rivolgiamo inoltre alle associazioni di volontariato, che nella nostra speranza sono  partner privilegiati per  questo confronto e dialogo che auspichiamo. Stiamo contattando le società sportive per agevolare l’inserimento di quelli (tanti) appassionati di sport, così da favorire sia il benessere che l’integrazione.
Spero di poter favorire attraverso delle iniziative in collaborazione con la Tenda di Abramo una comprensione reale di queste persone.
Grazie per la vostra attenzione e a presto…
Falconara M., 20/04/2015

Dante De Fanis

Conferenza Di Don Luigi Ciotti del 22 maggio 2015

C’era una signora dietro di me che mi rompeva le palle.
Spero non legga mai questo articolo o perlomeno che non si riconosca nella mia descrizione. Si perché durante tutta la conferenza non ha fatto altro che parlare, annuire, ridere, continuare ed argomentare ogni singola frase detta da Don Ciotti e poi applaudire forzatamente, come solo una spiritual chic di mezz’età poteva fare.
Il tutto, ovviamente, direttamente nel mio orecchio sinistro. Ribadisco. Rompeva le palle.
Però, sottosotto, non la biasimo; bene o male è successo a tutti. Ralph Waldo Emerson diceva “ Riconosciamo la voce di un grande uomo, quando non fa altro che risvegliare concetti che pensavamo anche noi ma che non eravamo mai riusciti a formalizzare” (cito a memoria scusatemi, ho cercato tanto quel libro nel mio ripiano dei libri, ma non sono riuscito a trovarlo …  il libro si intitola comunque “ teologia e natura” capitolo denominato Fiducia in se stessi). Conseguenza, quasi (n.d.r.) inevitabile, quando ci si ritrova a pochi passi da un grande uomo è proprio quella che ha avuto la mia simpatica vicina di posto.
In questo momento a Don Luigi Ciotti fischieranno sicuramente le orecchie. Sì perché l’ho appena definito un grande uomo. Proprio lui che con insistenza e non solo in questa occasione ha costantemente ribadito di essere “piccolo piccolo”, di essere “un uomo fragile”, laureato solamente in “scienza confuse”, manifestando un’umiltà rara in questo periodo. Ma non me ne voglia, è inopinabilmente un grande uomo.
In pochi riescono ad equilibrare così bene parole e fatti. In pochi riescono a convincerci che ciò che sta dicendo non è solamente flatus vocis da tipico conferenziere buonista, ma è una possibile realtà. Anzi la sua persona è la prova evidente della possibile e concretamente realizzabile svolta sostanziale che lui stesso vorrebbe e professa. Basta guardare le vicende di Libera “ ormai diffusasi in tutta Europa e in America Latina”, basta leggere la recentissima Legge sugli Ecoreati, basta documentarsi sul Gruppo Abele o semplicemente basta vedere quanti giovani c’erano quest’anno a Bologna il 21 marzo per la Giornata Nazionale in ricordo delle vittime di mafia.  Mi pare chiaro ormai, è un grande uomo!
Per quanto difficile vi propongo un Highlights
“Siamo in un nuovo imperialismo e in una economia di rapina, un neocolonialismo e un neoschiavismo”.
Le conseguenze formulate sono almeno due: squilibri economici, dimostrati dai fatti perché “ negli ultimi 50 anni è stato degradato il 60% degli ecosistemi terrestri” e diseguaglianze sociali : l’1% possiede il 41% della ricchezza mondiale, divario amplificato dall’attuale “crisi” economica, che non ha colpito tutti. Suonano pesantemente le parole di Ciotti “ le 300 persone più facoltose hanno aumentato la loro ricchezza nel 2014 di 500.000$”.Papa Francesco non aveva esitato a dirlo: “Siamo in una terza guerra mondiale”, combattuta in ambito economico dove da un lato ci sono le ricchissime multinazionali “che detengono tra l’altro tutte le sementi del nostro  mondo” e dall’altra parte i poveri, gli sfruttati.  “Sono i poveri ad indicare l’orizzonte, sono loro che custodiscono il nostro futuro, solamente schierati al loro fianco si potrà attualizzare la grande riforma culturale”, solamente insieme si potrà rovesciare il rapporto tra avere ed essere. E per farlo bisogna demolire il nostro egoismo, la 41-bis del nostro comportamento, vergognarsi di uno stato che non da cittadinanza a chi nasce in Italia e smettere di essere cittadini ad intermittenza.  Ed insieme al Cardinale Menichelli si rivolge ai cristiani nell’aula: “il razzismo è peccaminoso! C’è troppa prudenza tra i cristiani, bisogna cominciare ad assumerci la responsabilità del nostro credo e sforzarci di abitare il tempo del bene comune insieme, di fare società con Dio.”
In tre parole Continuità,Condivisione e Corresponsabilità.
Alla fine della nostra vita non  ci sarà chiesto se siamo stati credenti ma se siamo stati credibili
Che altro dire?
Davide Giacometti.

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